In tempi meno recenti il cappello non costituiva soltanto quell'elemento con cui riparare una fragile parte del nostro corpo ma anche un indumento attraverso il quale ostentare autorità e prestigio.
E questa ipotesi è confermata dal famoso gesto del cappello con cui i gentiluomini erano soliti salutare le dame.
Tale accezione perse valore con l'andare del tempo quando venne meno la formalità caratteristica del passato in virtù di usanze sempre più libere.
Il cappello ha cominciato a mutare le sue forme dopo il Settecento, epoca in cui ha spopolato il tradizionale cilindro accoppiabile con un classico frac e rivoluzionato attraverso diverse variazioni di colori e altezza.
Ciò diede il via alla produzione di altri tipi di cappelli come la bombetta (la cui parte centrale era rotondeggiante) che ebbe ampia diffusione agli inizi del Novecento quando quasi nessun uomo elegante faceva a meno di un cappello.
Nella seconda metà del ventesimo secolo, invece, questo indumento non era già più parte integrante dell'abbigliamento bensì un mero accessorio da portare in rare occasioni.
Le moderne tendenze escludono, sebbene non del tutto, il cappello eccessivamente formale lasciando spazio a un copricapo più moderno quale i cappelli dotati di visiera e i cosiddetti berretti oltre agli originali cappelli di paglia.